Come in una bolla
Come in una bolla, in uno spazio dove nulla può entrare o uscire; un luogo senza tempo né dimensione dove il cuore è calmo e tu ci puoi parlare senza filtri.
Una condizione che ti trasla dalla realtà, come se il tuo spirito fosse stato portato in un piano astrale e la vita continuasse il suo incedere.
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Dove il giusto e sbagliato perdono la loro condizione di incidere sullo scorrere e l’esito degli eventi. Dove l’essere nudi e spogli è tenero come la geniuna innocenza dei bambini.
Un astratto di un estratto che non trova giudizio; dove le parole non hanno suono, dove i gesti non fanno rumore e le conseguenze perdono di effetto.
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Più che un luogo, si potrebbe parlare di uno stato in cui si entra, ci si ritrova forse nemmeno tanto coscientemente e volontariamente, come in trance. In cui le connessioni emotive si basano sulle leggi del magnetismo, ignorando ragione ed emotività.
In cui i sentimenti prendono potere e diventano i timoniere di rotte sconosciute, di cui non si ha timore di esplorare.
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Come in una bolla, dove ci si sente protetti ma il suo equilibrio è delicato e precario. Dove la sua esistenza è appesa ad un filo, in balìa di tutti gli agenti esterni ed a quanto dolcemente ci abbiamo soffiato dentro per crearla.
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E’ bella a vedersi, rifrae la luce ed assume colorazioni che affascinano, che ammaliano. Staresti un indefinito tempo ad ammirarla e sogni di potertici rifugiare quando necessiti di una fuga dalla realtà.
Ma la verità è che per quanto questo stato ci faccia bene -con tutto ciò che dentro accade- il richiamo alla realtà arriva inevitabilmente, riportandoti a quel presente che ancora devi affrontare.
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Sei un pò come Alice, a cui è rimasto il dubbio se ciò che ha vissuto è stato solo frutto della sua fantasia e del dolce abbraccio di Morfeo o semplicemente ha trovato casualmente quella porticina che le ha permesso di accedere a delle meraviglie, in un luogo che le ha stravolto qualsiasi concetto noto.
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Inizialmente non te ne rendi conto, non ti poni domande perché tutto è bello, ti mette a tuo agio e ti fa stare bene. Ma il bene, il troppo bene è una sensazione a cui non sei abituato, ti fa strano e questa stranezza ti riporta un pò coi piedi per terra e ti fa intendere che forse sei dove vorresti essere ma dove non sei davvero.
Prendi consapevolezza che dalla porta da cui sei entrato poi dovrai uscire necessariamente, per tornare ad affrontare quello che è il presente. Una piacevole parentesi che non può trovare il giusto spazio, quell’incastro tra gli altri ingranaggi, che dia modo al meccanismo di continuare a girare.
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Il concetto di bolla è calzante: ha fascino nella sua rappresentazione, dà un senso di protezione, di unicità, di intimità ma allo stesso tempo è anche sinonimo di fragilità, di instabilità. Un qualcosa di effimero e temporaneo che puoi ripetere più e più volte ma che non si è in grado di mantenere a lungo.
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Sei come un bambino che viene portato una giornata alle giostre, dove la felictà è alle stelle, l’euforia e la gioia ti trascinano da un gioco ad un altro senza farti avvertire tempo e fatica ma inesorabilmente poi arriva il momento di andare via e giù con i pianti e le promesse improbabili per trappare qualche minuto in più ad un addio che era già scritto nel momento in cui sei entrato.
