Feriscono gli occhi e le parole

Feriscono gli occhi e le parole, non i silenzi.
I silenzi ti indicano solo quella risposta che non si ha il coraggio di confessare; sovrastano le tante scuse che si è cercato di sovrapporre; sanciscono una strada già intrapresa.
Feriscono gli occhi e le parole, non le persone.
Le persone sono rappresentate dalle parole a seconda di come gli occhi le mettano a fuoco: la migliore che si potesse incontrare o il peggior avvento mai accaduto e viceversa.

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Gli occhi ti parlano anche se tu non lo fai e possono essere letti da chi ne ha appreso il linguaggio oppure ha una particolare attitudine.
Si dice che gli occhi sono lo specchio della propria anima ma è pur vero che riuscire a vedere e toccare l’anima di qualcuno è un privilegio a cui ancora non ho assistito.
Allo stesso modo, gli occhi possono nascondere diversi aspetti, sentimenti e verità.
Negli occhi ci si può perdere ma anche trovarsi; si può annegare ed essere salvati.
Trovare un muro invalicabile oppure una porta che non aspetta altro che essere aperta per mostrare quella stanza il cui accesso è limitato.

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Le parole, invece, possono arrivare tranquillamente all’anima causando emozioni di tutti i tipi.
Possono essere in grado di renderti luminoso, come anche lacerarti dall’interno con una semplicità devastante.
Le parole feriscono ed il loro peso non deriva da chi te le dice -come spesso si pensa- bensì da quante porte abbiamo lasciato aprire e fatto scoprire di noi; più profondo è il livello di accesso che abbiamo dato, più quelle parole saranno in grado di distruggerci e farci andare a fondo.

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Quando consegni le cose più intime di te a qualcuno è come se implicitamente stessi dicendo “qui, qui e qui puoi ferirmi come vuoi ma sono certo che non lo farai” per questo, quando poi quelle parole -accompagnate da sguardi lancinanti- arriveranno a lacerare il tuo più recondito animo, il dolore che ne causeranno sarà più devastante di qualsiasi male fisico che puoi aver incontrato.

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Poi capita che ci si chiude, perché mente e corpo hanno una memoria più salda dell’anima, lei che, invece di rinsaldarsi, preferisce dimenticare e mettere da parte per smettere di soffrire.
Ma se lo spirito è forte, l’anima ne gioverà e troverà sempre la forza di mostrarsi ancora e ancora senza veli.
E a nulla valgono tutti quei costrutti che si erigono nei periodi transitori dove è più il male inconscio che si fa a chi abbiamo attorno, che il vero lavoro di ricostruirsi che dovremmo mettere in atto.

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Purtroppo raccontiamo e ci raccontiamo favole perché, ancora una volta, apparire è più importante che vivere.
Quando smetteremo di dare troppo peso a quello che il resto della gente possa dire su di noi, forse inizieremo a goderci di quello che ci accade.
Perchè, chi ci vuole bene ci accetta per quello che siamo sia nel nostro bene che nel nostro male e non vuole cambiarci, ma è sempre pronto a riprenderci ed a farci notare quando sbagliamo perché ha a cuore che la nostra vita scorra nella felicità e non nel rimorso.

le parole feriscono