Non voglio essere arrabbiato

Non voglio essere arrabbiato, non è uno stato che mi piace vivere, non è quello che mi serve in questo momento perché non fa altro che consumare qualcosa che è già segnalato dalla spia della riserva.
E’ una sensazione che mi prosciuga, che mi fa mancare l’aria e non mi rende lucido, mi mette agitazione e nervosismo.

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Non voglio essere arrabbiato, stare arrabbiato col nervosismo addosso che mi fa scattare per la qualunque, che mi fa fare pensieri che non mi appartengono e che bruciano una razionalità che mi sta sostenendo per evitare che tutta l’impalcatura crolli.

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La sento a pelle quest’agitazione che mi fa scattare, che mi accende con un nonnulla; mi sembra di essere tornato a vent’anni e più indietro quando ero arrabbiato con tutto e tutti e stavo sempre a fare a botte, a cercare lo scontro invece del confronto e che mettevo tutto a tacere con una cattiveria che ho dovuto apprendere per non sprofondare nel contesto in cui sono cresciuto.

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Non voglio tante cose che però sono accadute e stanno continuando ad accadere e mi domando se davvero ho sbagliato io così tanto da dover pagare e far scontare anche a chi mi sta attorno tutti i miei errori del tempo.
Sono addirittura arrivato a chiedere a Dio quale cazzo di prova mi abbia assegnato e quale sia il grado di difficoltà perché pare che davvero io non sia in grado di riuscire a superarla.

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Purtroppo sembra non essere come con le parole crociate, che quando ti trovi in stallo basta che scorri avanti e trovi le soluzioni. Sì, magari qualcuno lo può vedere come un barare ma non sempre se non si è in grado di arrivarci da soli un aiuto non è concesso, l’importante è che poi si apprenda da quell’aiuto per andare a fare meglio la volta successiva.

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Vorrei solo che le cose si sistemassero, che andassero giusto un pochettino meglio, quel tanto che basti per farmi tornare calmo per poi andare io a sistemare il resto perché tanto, ormai l’ho capito: non sono invincibile, non sono infallibile e chiedere aiuto non è più una vergogna con la quale dovermi confrontare allo specchio.

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Vorrei tante cose, di quelle che ho perso e che so che non riavrò più; vorrei smettere di essere sopraffatto dagli eventi, più grandi di me; vorrei che tutta questa cattiveria che mi arriva potesse scivolarmi via invece di entrarmi dentro ferite che stanno tentando di ricatrizzarsi; e vorrei di nuovo quel posto che riusciva a scrollarmi via tutto e mi faceva stare bene.

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E poi non vorrei essere così fragile, così terribilmente sensibile dall’impregnarmi e contaminarmi dall’emozioni altrui. Vorrei che i miei occhi smettessero di tradire e trasparire quello che provo e che cerco di difendere, di nascondere e camuffare perché a proteggermi -per quel che posso- ancora ci tengo e che le croste cadessero da sole piuttosto che andarle a grattare via e far scorrere ancora sangue e sofferenza.

non voglio essere arrabbiato