Perché a ferire siamo tutti dei pesi massimi
Perché a ferire siamo tutti dei pesi massimi, senza divisione di categoria, una royal rumble dove non conta tanto saper far male quanto l’incassare le ferite.
Dove corpo e mente sono alleati contro il dolore, perché una ferita può far male solo se il male non si è in grado di sostenerlo da entrambi.
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Perché a ferire siamo tutti bravi ma quando siamo noi ad accusare i colpi, si comprende che può far cambiare.
Quando il tempo è maestro di vita e tu un allievo impedito che non sa cogliere gli insegnamenti ricevuti.
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Per quanti avvertimenti tu puoi ricevere prima dell’incontro, una volta che sei sul ring sei da solo; solo contro tutto e tutti; solo di fronte a te stesso, alle scelte ed alle conseguenze.
Se lì, in quell’attimo in cui strategie, piani, difese e attacco contano meno di un battito di ciglia. Sei lì e devi andare, reagire perché i colpi che riceverai non aspettano che tu sia pronto e se non sei reattivo, rischi di collassare nella raffica che sta per incombere su di te.
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“Chi mena per primo, mena due volte” cresciuto con questa massima che per alcuni anni ho anche cercato di seguire, forse più per paura di quello che poi sarebbe arrivato che convinto del concetto.
Poi col tempo ho capito che invece bisogna prima valutare, scrutare chi si ha davanti e magari anche incassare se tanto poi non vale la pena reagire perché rischiare e mettersi in gioco sono valori che debbono essere soppesati prima di farli scendere in campo.
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“La difesa è il migliore attacco” altra grande massima che si riporta e ti si ripropone nella vita in più contesti. Ma difendersi da chi? Da cosa? E soprattutto, perché c’è bisogno di difendersi a prescindere?
A volte è preferibile abbracciare il dolore di alcuni fatti, persone e parole, piuttosto che difendersi per partito preso. Dal dolore si può imparare e crescere perché non sono solo nemici che ci possono far male ma anche e soprattutto amici e amori e lo fanno per noi -qualche volta anche per loro, è vero.
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Chi ti vuole bene non ti difende a meno che non si chiami “mamma” ma la mamma è una ed una sola soltanto e spesso il suo troppo proteggerci poi ci espone a tutto il resto.
Invece chi ti vuole bene, di quello non incondizionato, vuole che tu sia in grado di crescere e migliorare e ti sbatte le cose in faccia senza filtri ma con la fermezza negli occhi di chi ti dice “lo sto facendo per te, perché voglio che tu stia bene davvero”.
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Dare ragione e appoggiarsi è una carezza mascherata da schiaffo: non serve a nulla se non a farti cadere senza la consapevolezza di come poi ci si debba rialzare.
Che poi, se ti difendi da chi ami o da chi hai deciso che ti accompagnasse per quel pezzo di strada che è la vita, allora in realtà stavi semplicemente già camminando solo.
