Quello che sei stato per me
Quello che sei stato per me, quello che sei per me. Non è facile e lo è sempre meno col passare del tempo perché si amplia il vuoto che silenziosamente hai lasciato nella quotidianità di ogni giornata, di ogni pensiero ed ogni luogo che ti apparteneva.
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Parlare al passato è il groppo più duro da dover mandare giù; parlare al presente invece è quanto di più ingenuo che possa trasparire, come se il fatto che sei andato via sia temporaneo, uscito a fare una delle tue commissioni dove poi passi da me, senza avvisare come tuo solito, per portarmi qualcosa che mi sarebbe utile o che ti andava di portarmi per condividere qualcosa insieme.
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Quello che sei stato per me non potrà tramontare perché saranno quelle fiammelle che continueranno a bruciare dentro, quando faccio qualcosa in casa, quando sbaglio qualcosa, quando dovrei fare qualcosa ma lo rimando per pigrizia. Sei quella voce che mi risuona nella testa per correggere le cose nei momenti giusti e poi, quando vado per girarmi per ricercare la tua approvazione, tu non ci sei; quel vuoto mi uccide ogni santissima volta, togliendomi da sotto i piedi il terreno, la stabilità, una certezza che non c’è più: tu.
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È tutto un paradosso perché sono sempre stato indipendente, facendo tutto da solo e sbagliando altrettante volte, eppure quella tua presenza silente, che quasi non si percepiva, era così impotente che ora che non c’è più si capisce quanto invece io non sono mai stato da solo, non ho mai fatto nulla da solo. Avevo sempre le spalle coperte, protette e questo mi dava una sicurezza di agire che quell’età normalmente non ti dà.
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Le cose si continuano a fare, i giorni andranno avanti anche se la testa si girerà sempre verso indietro, una vana speranza di un bambino che non ha ancora smesso di voler sognare ad occhi aperti, quegli stessi occhi che ora vedono tutto opaco perché le lacrime ne impediscono bene la visuale, complicando lo scrivere.
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Oggi è il tuo giorno e non uso il condizionale perchè questa certezza è una costante immortale, almeno quella. Un giorno pesante perché ancora non ho una schiena così forte e preparata da reggerlo. Ci vorrà tempo, dovrò allenarmi per essere sempre più in forma, fino a che questo giorno -come tanti altri- sarò in grado di sostenerlo come tutti gli altri dolori che ho già affrontato nel percorso che sto percorrendo.
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Quello che sei stato per me è ciò che porto nel mio nome e sospiro forte ora, per dirti semplicemente, tanti auguri Pà.