Ah, se si potesse vivere solo di inizi

Ah, se si potesse vivere solo di inizi, di quelle prime fasi in cui l’aria è elettrica ed ogni frase assume una declinazione colma di malizia e complicità.
Un valzer di flirt a distanza che le parole camuffano nel classico detto “chi disprezza, compra”. Quelle sensazioni piene di novità, di un qualcosa già vissuto, già conosciuto ma che ha la faccia di un’altra persona.

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Ah, se si potesse vivere solo di inizi, di quegli incontri nati per caso in una giornata fuori, trascinato dagli amici in cui c’è sempre quella presenza nuova che ti dà gioco, un pò per metterti a tuo agio, un pò per sondare il terreno e capire se è campo aperto oppure un muro invalicabile.
E’ inevitabile però che qualsiasi forma di corteggiamento un pò attira, un pò affascina anche se magari poi non è niente, come dice Ligabue: “…ci si fa un pò compagnia”.

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Un tempo, dopo giornate simili, ti rimaneva il pensiero di chissà e chissà come ci si sarebbe reincontrati e come sarebbe poi stato quell’incontro a venire. Adesso è un pò più facile, ci si scambia il contatto -perché il numero è già una forma più intima ma dipende dalle dinamiche- si inizia a scartabellare post su post alla ricerca di qualche indizio che ti faccia sperare bene, che ti faccia un pò sognare e un pò intrigare.

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Sono quei giochi della mente che distraggono, annebbiano e rendono leggeri momenti che non eri in grado di rendere tali.
Sono quei sorridi bambineschi a piccole frasi banali ma che in quel momento vuoi vedere con un’accezione migliore perché l’inizio è tutto bello, l’inizio è facile, è solare, è gioia e coinvolgimento, è tutto e niente.
L’inizio è un fuoco che può ardere o che può spegnersi immediatamente ma in ogni caso non è di quelli che brucia, che scotta e che fa male, le cui ferite impiegano tempo per sanare.

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Gli inizi sono quel pensiero che inizia ad insinuarsi, tra la paura ed il chissenefrega. Quello che di nuovo ti fa sentire vivo, che ti convince che puoi rimetterti in gioco e che non c’è niente di male perché se ti fa stare bene in quel momento è sempre meglio che starsene per conto proprio, a guardarsi dentro e confrontarsi con la realtà.

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Facile.

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Gli inizi sono le ore passate al telefono o ancor meglio, è il tempo passato a conoscersi, a scoprire cose dell’altro in attesa di un’affinità sperata. E’ interessarsi di cose che non si conoscono o che solo superficialmente avevi sentito.
E’ un mondo nuovo che non sai dove ti porta e che per il momento nemmeno ti chiedi se dovrà farlo.

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Se si vivesse solo di inizi sarebbe tutto più facile perché si vivrebbe di un continuo ciclo di novità che è semplice abbandonare e che dove a star male è solo chi ci ha creduto un pò di più.

se si vivesse solo di inizi