Siamo tutti un pò Lupin III

Siamo tutti un pò Lupin III: un pò ladri di emozioni, gentiluomini con un’etica propria e pieni di maschere. Trasformisti dall’identità sconosciuta, con così tanti livelli uno sopra l’altro, da non saper quale sia il volto originale. Ammaliamo, ci adattiamo, nascondiamo, proteggiamo. Facciamo così tante cose per via di un’etichetta, per doveri sociali o solo per semplice paura, da dimenticarci realmente di chi siamo e quante maschere abbiamo indosso. Mentiamo così tanto a noi stessi -e agli altri- da non saper riconoscere allo specchio se quello che stiamo fissando è il nostro vero aspetto o solo un altro di quegli abiti indossati per l’occasione.

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Non sempre è qualcosa che abbia uno scopo negativo. Non è detto che ci si nasconda al prossimo con cattive intenzioni. Può succedere che si richieda un atteggiamento che discosti un pò da noi ma che può salvarci da una situazione che stiamo affrontando. Anche questo però è spesso preso come scudo quando bisogna dare giustificazioni al prossimo – o a noi stessi.

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Avete notato? C’è un binomio che si ripete, che si scambia e che spesso coincide: noi stessi e gli altri. Quando si indossa una maschera e si recita una parte, non coinvolgiamo solamente noi stessi o il prossimo: siamo coinvolti tutti in equal misura. Chi ti ascolta, tu che ti ascolti e che poi torni a casa e ripensi a ciò che hai detto; ognuno di questi è protagonista della maschera che è stata attivata e messa in moto. Ognuno di essi assimilerà quella parte ed è facile credere di avere il controllo e poi accorgersi di ritrovarsi solo della polvere, che sporca le mani e scivola via tra le dita.

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Ci crediamo spesso liberi, genuini, sinceri e spesso ci fregiamo di questi titoli come se davvero potessimo farne un vanto. Purtroppo non è così. Purtroppo anche il “troppo buono” rimane ferito e quindi inizia a chiudersi, a tenersi le cose dentro, ad indossare maschere di sorrisi per confondere la gente ed il suo intorno. E’ inevitabile, è protezione, è sopravvivenza ma non è una giustificazione.

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Se per troppo tempo ci lasciamo addosso una maschera, quella si modellerà come una nostra seconda pelle, aderendo all’originale, rendendo poi la separazione difficile e dolorosa. Ci si dimentica di come un tempo si era, apparendo estranei ai propri occhi. Le bugie hanno le gambe corte, è vero, indubbiamente dimostrato ma se uno si lascia convincere da queste non importa che essa sia venuta a galla, tu alla fine ci credi e la rendi viva nella tua testa. Risulterai un pazzo, uno spossato quando in realtà avrai soltanto fatto un passo versa la dimenticanza di chi eri.

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Non è un discorso per i deboli o gli sconfitti, anche il più stronzo o la più stronza -perché stiamo parlando di essere umano inteso come essere vivente- per cercare di sopraffare, di raggiungere a tutti costi i propri obiettivi con egoismo e indifferenza, può facilmente scivolare nella perdita della propria identità. Anzi, per chi è comune indossare delle maschere, questo processo è molto più veloce, deleterio e facilmente identificabile dall’esterno.

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E’ essenziale proteggersi e proteggere i propri beni. Al tempo stesso penso che sia anche giusto saper soffrire e imparare ad accusare i colpi, ad assorbire i dolori per non doverli covare in un silenzio di uno specchio dell’anima che poi non ci riconoscerà.

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Da piccoli ci hanno insegnato che tutto ciò che ci ferisce va evitato. Un classico esempio è il fuoco, il calore, la pentola che scotta: una volta che hai assaggiato il dolore, lo eviti. Bene, perfetto. Quando poi si cresce questa cosa non sarà sempre possibile, non si potranno costantemente evitare i dolori e raggirare i problemi. Avremo necessità di dover affrontare qualcosa che sicuramente ci farà star male ma che poi, andando avanti, ci renderà forti e consapevoli. Puoi anche mettere una maschera ma la cosa importante è saperla togliere quando non è più necessaria, quando inizi a dover fare i conti o quando è ora di spogliarti di tutto e guardare chi sei arrivato a diventare.

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L’ho detto all’inizio: siamo tutti un pò Lupin III. Maestri del travestimento, il cui volto è un mistero per chiunque e chissà se mai nessuno di loro è riuscito a vederne l’originale.

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