• Io non piango

    Io non piango mai e mai vorrei farlo perché non mi piace; non mi piace non avere controllo sulle mie emozioni e sul mio corpo, non è un qualcosa che accetto.Non sempre lo vedo come un gesto liberatorio, semmai lo associo più ad un qualche tipo di segnale che io stesso mi sto dando che qualcosa non va, che non tutto è stabile e che dovrei tornare in posizione eretta per proseguire. […] Io non piango e non c’entra nulla il patriarcato, quello che da anni qualcuno pensa di aver inculcato nelle testa della gente. Non sempre c’è un complotto dietro e -per favore- lasciate stare le emozioni, l’emotività personale…

  • L’ho portata dove l’hai portata tu

    L’ho portata dove l’hai portata tu, dove lei è voluta andare, seguendo abitudini che ora andranno a morire, seguendo la nostalgia di un tempo che non tornerà più.In quei ricordi che sono ancora vividi e che iniziano a sbiadire, affiancati da un tempo al passato che da prossimo diventerà remoto. […] L’ho portata dove l’hai portata tu perchè finalmente si è decisa, perché era giusto che fosse così, perchè bisogna andare anche se fa male verso un futuro dove iniziano ad essere di più i posti vuoti che quelli occupati. […] Sai, a volte la vedo che si ferma e la mente vola chissà dove va, forse da te, a cercarti in un luogo che -per ora- è troppo presto che…

  • Ho sempre creduto tu fossi immortale

    Ti ho sempre creduto immortale o almeno così speravo e mi ripetevo dentro di me. Avevo iniziato a pensare a questo giorno, a come sarebbe stato e come l’avrei presa. Mi sono maledetto per aver fatto pensieri del genere eppure, nel mio profondo, sapevo che era un evento dal quale nemmeno tu saresti potuto scappare. Ti ho voluto fortemente, preso da queste scelte adolescenziali che oggi mi farebbero riflettere giorni e giorni; contro tutto e tutti, senza dire nulla ti sei fatto amare in ogni casa in cui sei andato. Da che non ti si poteva vedere, al fatto che se mancavo io nessuno avrebbe chiesto ma se non c’eri…

  • E’ già passato un anno

    La forza di un genitore non ha eguali. Saputa la notizia ho iniziato a ripetermi che non dovevo piangere, che dovevo essere quello impassibile, quello forte; quello che arrivava e doveva diventare il sostegno, quello che alleggeriva l’attimo, che con distacco ma solerte rispetto contemplava quel corpo. “Piangi adesso che non c’è nessuno” mi son detto mentre mi dirigevo verso la macchina; “piangi ora che così ti sfoghi e dopo andrà meglio” continuavo a ripetermi nel mentre che guidavo e nella testa scorrevano già ricordi, attimi che la riguardavano. Dovevo essere preparato perché lo so che mia madre -rispetto a mio padre- è molto più emotiva e si sarebbe lasciata…

  • Sono sempre stato restìo nel piangere

    In linea di massima, sono poche le occasioni in cui ho pianto in modo liberatorio, senza riuscire a poter frenare le lacrime, le emozioni. Da sempre ho cercato di reprimere l’impulso di piangere, soprattutto in pubblico. E’ una cosa che odio. Odio mostrare un lato così intimo di me. Con chiunque. Anche con me stesso. Ci sono due eventi in cui, in passato, ho rotto il mio muro di impassibilità come se fosse fatto di polistirolo. In tutti e due i casi si è trattato ai funerali di amici. Quando si tratta di emozioni forti, inconsciamente tendo a dimenticare, a lasciarmi solo dei frammenti -magari anche distintamente netti- che rimangono…