• La paura di essere feriti

    La paura di essere feriti sta sempre più prendendo il sopravvento in noi. La diffidenza, l’incertezza, la poca fiducia in noi stessi e nel prossimo. Sono questi e purtroppo tanti altri sentimenti negativi che prevaricano quando andiamo a confrontarci e conoscere nuove persone. Non esiste più quella libertà, la spensieratezza di andare a viso aperto; siamo ormai nascosti dietro uno schermo, delle faccine asettiche per nascondere le nostre vere emozioni e non importa se siano profonde o meno, ormai ci siamo abituati a mentire su tutto, di default. Stiamo lì, sulla difensiva perché sentiamo che il mondo ci ha già fatto soffrire abbastanza anche se il più delle volte non…

  • La paura di saltare

    La paura di saltare, di gettarsi è un qualcosa che possiamo riportare in molteplici occasioni. E’ una metafora applicabile agli eventi che incontriamo nella nostra vita o semplice raffigurazione di un atto fisico. Indifferente è da cosa questo gesto derivi, perché la paura sarà sempre la stessa: di andare oltre, di buttarsi a capofitto, di sentire il vuoto sotto di sé e non poterlo controllare e gestire. […] La paura di saltare ce la ritroviamo in tutti quei momenti dove inizia la lotta con quello che siamo, quello che vorremmo e quello che in realtà andrebbe fatto. E’ il “vaffanculo, chissene frega!” che sogniamo di attuare; quel senso di libertà…

  • Accettare i mostri dentro di sé

    Accettare i mostri dentro di sé equivale ad ammettere di averli, di non essere ciò che si vorrebbe apparire; significa fare i conti con la propria coscienza, con quello con cui conviviamo da sempre ma che difficilmente abbiamo mai voluto accettare. […] Accettare i mostri dentro di sé significa che non siamo bianchi e candidi come pensavamo, come speravamo; significa che non siamo poi così meglio di tutte le persone criticavamo, di cui abbiamo sparlato e forse -perché no- anche un pò invidiato. Vorrebbe dire confrontarsi oltre che coi nostri occhi, anche con la nostra anima; che il castello ed il mondo che ci siamo sempre costruiti non sono altro…

  • Amiamo la libertà, vorremmo saper volare

    Amiamo la libertà, vorremmo saper volare per sentire il vento che ci scompiglia cuore e capelli. Ci facciamo del male, inventiamo scuse, vorremmo essere speciali dentro un mondo pieno di normalità. Nell’eterna ricerca e rincorsa di essere accettati senza ammetterlo di volerlo e con la finzione di accettare ciò che siamo. Continuiamo a farci del male così come a sbagliare. Vorremmo vivere la vita di qualcun altro, avere i sogni di chi non riusciamo a smettere di sognare. […] Sogniamo ad occhi aperti e desideriamo che tutto finisca senza pensare se quella che stiamo vivendo sia realtà o un gigantesco Show. Amiamo il mare, lo inneggiamo nella sua grandezza e…

  • Quante volte

    Quante volte abbiamo iniziato qualcosa per poi fermarci, interrompendo quel fiume che tutti siamo e teniamo dentro? Quante volte ci siamo detti “Ora basta! Chiudo tutto e ricomincio.” e invece poi non abbiamo fatto niente, prendendo in giro gli altri ma soprattutto noi stessi con parole e azioni sterili e prive di radici forti tali da sprofondare in un terreno fertile, in attesa solo di essere utilizzato? Quante volte abbiamo pianto in un angolo a parte, nel letto, per strada, chiusi in macchina o al lavoro per qualcosa che non riuscivamo a gestire, a far andare come volevamo o che in realtà non eravamo pronti e/o abbastanza forti da farlo…

  • Non lo so

    Non so se sia giusto far rientrare le persone nella propria vita, dargli anche solo la possibilità di poter dire la loro; se bisogna fargli pesare qualcosa, se quel qualcosa deve essere messo su una bilancia e pesato in base all’importanza che quella persona ha avuto nella nostra vita. […] Non so se questo si possa definire “perdono” o se invece può essere visto come un segno di debolezza, di umanità, una falla nella propria personalità che è preferibile non esporre per “non mostrare il fianco al proprio nemico” per dirla in gergo guerresco. […] Non so nemmeno se vale la pena riempire la propria testa di un groviglio di…

  • Sono sempre stato restìo nel piangere

    In linea di massima, sono poche le occasioni in cui ho pianto in modo liberatorio, senza riuscire a poter frenare le lacrime, le emozioni. Da sempre ho cercato di reprimere l’impulso di piangere, soprattutto in pubblico. E’ una cosa che odio. Odio mostrare un lato così intimo di me. Con chiunque. Anche con me stesso. Ci sono due eventi in cui, in passato, ho rotto il mio muro di impassibilità come se fosse fatto di polistirolo. In tutti e due i casi si è trattato ai funerali di amici. Quando si tratta di emozioni forti, inconsciamente tendo a dimenticare, a lasciarmi solo dei frammenti -magari anche distintamente netti- che rimangono…